Un graphic novel sulla verità di essere sé stessi, anche quando il mondo non è pronto a guardarti negli occhi

Ci sono storie che ti accarezzano, e poi ci sono storie che ti attraversano. Che ti feriscono con dolcezza, ti svegliano con delicatezza, ti portano a guardarti dentro anche quando non lo desideravi davvero. Dietro il brillio delle stelle, edito da Tunué per la collana Ariel e nato dalla penna di Francesca Caizzi con le illustrazioni di Filippo Paris, è una di queste.
Non è solo un racconto, non è solo una storia d’amore. È una confessione. Un grido sussurrato. È il percorso, faticoso e insieme necessario, verso una verità troppo spesso taciuta: quella di chi nasce prigioniero di un corpo che non sente proprio, di chi viene guardato ma non visto, di chi ha bisogno, prima ancora di essere amato, di essere riconosciuto.
Tutto ha inizio nei vicoli stretti e chiassosi di Napoli, città che qui non fa da semplice sfondo ma da protagonista silenziosa: le sue contraddizioni, i suoi chiaroscuri, diventano lo specchio perfetto per raccontare una storia di crescita, di distanza e di ritorno. Qui si muovono Gaia e Martino, due anime che si cercano fin dall’infanzia, legate da una complicità profonda e da un luogo speciale: una terrazza segreta, sospesa tra i tetti e il cielo, rifugio sicuro dove il mondo si fa lontano e dove l’amore prende forma, semplice e purissimo, come solo il primo amore sa essere.

Ma l’incanto non basta a proteggere. Perché Gaia, pur nell’apparenza serena dell’adolescenza, combatte ogni giorno contro un’inquietudine sorda. Il suo corpo, le aspettative altrui, le etichette che la società le appiccica addosso: tutto le urla che non è nel posto giusto. Gaia è Carlo, e per esserlo davvero dovrà trovare il coraggio di rompere tutto, di lasciare, di partire. Anche a costo di non salutare, di non spiegare, di spezzare il cuore a chi l’ha sempre amata — senza sapere fino in fondo chi stava amando.
Il graphic novel sceglie di raccontare la transizione di genere con pudore e onestà, senza sensazionalismi, senza bisogno di spiegare ogni passo con didascalie. Lo fa attraverso lo sguardo dell’amore, quello che Martino non riesce mai del tutto a spegnere, nemmeno quando Gaia scompare, nemmeno quando le sue giornate diventano tentativi maldestri di dimenticare.
Gli anni passano. E quando, tra i corridoi spogli di un’università, Martino incontra Carlo, tutto torna a vibrare. C’è un’intuizione, un battito mancato, uno sguardo che assomiglia troppo a qualcosa di già vissuto. Ma è anche un tempo nuovo. Un tempo in cui le ferite possono respirare, in cui le parole possono finalmente essere dette, in cui l’amore, se davvero lo è, sa riconoscere chi hai davanti anche quando cambia volto.
E allora la domanda, in fondo, è una sola: ci si può innamorare due volte della stessa persona, al di là del corpo, del nome, dell’apparenza?
Le tavole di Filippo Paris sono un compendio di emozioni visive. Il suo tratto è al contempo morbido e deciso, capace di trasmettere tenerezza e conflitto, intimità e distanza. Il colore diventa voce: le tonalità calde raccontano la complicità infantile, le ombre scure illustrano la solitudine di Gaia, i contrasti cromatici parlano di lotta interiore, ma anche della speranza che riesce a farsi largo. La terrazza, spazio quasi magico, sospeso tra sogno e realtà, ritorna come un’àncora, come il luogo dove tutto può essere detto senza filtri. Dove finalmente si può essere.

Il merito più grande di Dietro il brillio delle stelle è quello di non voler spiegare, giustificare, educare. Racconta e basta. E nel farlo, lascia parlare i silenzi, le emozioni taciute, gli sguardi che valgono più di mille discorsi. È un racconto politico nella sua semplicità, perché prende posizione proprio quando non spettacolarizza. Non è un manifesto, ma un abbraccio. E in tempi in cui i diritti vengono ancora messi in discussione, forse è questo il gesto più radicale: affermare l’umanità senza retorica, ricordare che ogni persona ha diritto alla propria verità, al proprio corpo, al proprio nome.
Questa è una storia che serve. Serve ai giovani lettori e alle giovani lettrici che si stanno cercando. Serve agli adulti che hanno bisogno di imparare a guardare davvero. Serve a chi crede che l’amore sia una questione di occhi, e non di pelle. Serve a tuttə.
Dietro il brillio delle stelle non è solo un graphic novel ben riuscito: è un gesto d’amore verso chi fatica a esistere, verso chi ogni giorno lotta per affermare la propria identità in un mondo che preferisce le definizioni nette al caos meraviglioso dell’essere umani. È un’opera che non consola, ma accoglie, che non semplifica, ma abbraccia la complessità del vivere.
È una lettura che merita tempo e ascolto, che va oltre la pagina per insinuarsi dove fanno più male i pregiudizi, i silenzi, le etichette. Un invito a guardare oltre la superficie, oltre ciò che “sembra”, per imparare a riconoscere l’altro — e, forse, anche noi stessə. Perché non si tratta solo di transizione o amore: si tratta di verità.
E la verità, quando viene raccontata con questo pudore e questa forza, non può che lasciare il segno
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Chi è Francesca Caizzi?

Francesca Caizzi scrive romanzi, fumetti e videogiochi. È docente di scrittura e di sceneggiatura e lavora come editor per Gemma Edizioni. Negli anni molti dei suoi racconti sono stati inseriti in antologie di varie case editrici. Ha vinto il Premio letterario Giallo Trasimeno, il Premio ThrillerNord e ha ricevuto tre nomination al Giallo Festival. È arrivata finalista a IoScrittore, al Milano Pitch e al Premio Arcimago. Con Plesio Editore pubblica la trilogia I legami delle tenebre (Darkness Ties). Di questa saga è stato anche scritto l’adattamento per una serie tv. Lo script dell’episodio pilota si è classificato quater finalista al Final Draft – Big Break (2022) e tra i finalisti dei concorsi Filmmatic TV Pilot Awards Season 7 e Los Angeles International Screenplay Awards (Winter 2022-23). Di Darkness Ties è in produzione anche una serie a fumetti. Dietro il brillio delle stelle è il suo primo graphic novel per Tunué.
Chi è Filippo Paris?

Filippo Paris come architetto, ha lavorato nel settore pubblico e nel privato; come scenografo, per il teatro e per emittenti televisive estere (Al Jazeera). Insegna in un liceo artistico di Roma.
Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione